venerdì 7 ottobre 2016

Frequenza cardiaca - Riscaldamento sportivo




FREQUENZA CARDIACA

Fonte e link: http://www.saperesalute.it/frequenza-cardiaca

Si definisce frequenza cardiaca il numero di battiti che il cuore compie in un minuto. I valori normali e le sue anomalie.

Che cos’è

Si definisce frequenza cardiaca il numero di battiti che il cuore compie in un minuto o bpm (battiti per minuto). La frequenza varia in modo naturale a seconda sia dell’età sia dell’attività che si sta svolgendo, sia dell’allenamento fisico.
Esistono poi condizioni patologiche che aumentano o diminuiscono la frequenza dei battiti del cuore con conseguenze più o meno gravi.

Quali sono i valori normali

Rispetto alle diverse età, sono da considerare normali i seguenti valori:
  • da 80 a 180 bpm per i neonati;
  • da 80 a 100 bpm per i bambini;
  • da 70 a 120 bpm per gli adolescenti;
  • da 60 a 90 bpm per gli adulti (con una minima differenza tra l’uomo e la donna),
La frequenza varia anche a seconda del momento della giornata (di notte ad esempio si abbassa, mentre si alza dopo mangiato), ma anche uno stress, un’emozione improvvisa e soprattutto l’attività fisica causano un aumento dei battiti del tutto fisiologico.
Per questo i valori andrebbero misurati a riposo: in questo caso, in media la frequenza cardiaca di un uomo è di circa 70 bpm e di circa 75 bpm nelle donne (fanno eccezione gli sportivi ben allenati che hanno quasi sempre un ritmo più basso), mentre nei neonati, la frequenza a riposo è di circa 130-150 bpm.
Quando la frequenza cardiaca scende al di sotto dei valori minimi considerati normali si parla di bradicardia, mentre si definisce tachicardia la situazione nella quale si riscontrano valori al di sopra di quelli massimi per ciascuna età.
Leggi anche l'articolo Sport over 50: i consigli utili.

Come si misura

La frequenza cardiaca è misurata in genere contando i battiti che si possono sentire sul polso anche se questo metodo non è molto accurato.
I battiti possono essere anche conteggiati attraverso l'ascolto del cuore per mezzo di uno stetoscopio posto sul torace, metodo di misurazione che risulta più accurato del precedente o, meglio ancora, attraverso l'elettrocardiogramma.

Anomalie più frequenti e cure

·         Bradicardia. Può manifestarsi anche in modo fisiologico, per esempio negli sportivi e qualche volta negli anziani. In questi casi la frequenza cardiaca a riposo può essere inferiore ai 50 battiti al minuto, senza con questo causare disagi. La bradicardia grave e di rapida insorgenza può invece richiedere un trattamento d'urgenza; nelle forme croniche o in tutte quelle condizioni a rischio di bradicardia grave può essere indicato l'impianto di un pacemaker.
·         Tachicardia. Nell’adulto viene definita come l’aumento della frequenza dei battiti cardiaci oltre i 90 battiti al minuto. Può essere dovuta ad eventi fisiologici (per esempio gravidanza, disturbi gastrointestinali, sforzi fisici, stress) o a consumo eccessivo di caffè, alcol o sostanze stupefacenti. Più spesso, però, è la spia di altre patologie, come aterosclerosi o insufficienza coronarica. Certe forme di tachicardia non richiedono alcun trattamento, mentre in altri casi è necessario intervenire con i farmaci.
Per saperne di più su questo argomento leggi la scheda Aritmie cardiache.

Sintomi e complicazioni

I sintomi della bradicardia comprendono:
  • vertigini;
  • mancamenti;
  • un profondo senso di stanchezza;
  • sensazione di "mancanza d'aria" con difficoltà respiratoria.
La bradicardia è pericolosa quando raggiunge frequenze estremamente basse, inferiori ai 35 battiti al minuto. La scelta del trattamento dipende dalla causa e dai sintomi.
La tachicardia può compromettere il normale apporto di sangue ai vari tessuti con sofferenza dei distretti meno irrorati. I sintomi più comuni sono:
  • palpitazioni (fastidiosa percezione del battito cardiaco);
  • svenimento;
  • dolore toracico;
  • vertigini.
In alcune persone è al contrario completamente asintomatica. Un'eccessiva frequenza cardiaca a riposo può aumentare il rischio di subire un ictus o un arresto cardiaco.
Leggi anche l'articolo Vitamine per lo sport.

Quando consultare il medico

In tutti i casi nei quali si ha la percezione di una alterata frequenza cardiaca (a parte l’aumento fisiologico dovuto allo sforzo fisico o allo stress intenso) è bene rivolgersi al medico per identificarne le cause e avviare i trattamenti più adatti.
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RISCALDAMENTO SPORTIVO

Riscaldamento sportivo: ecco che cos'è e perché è necessario praticarlo sempre prima di una attività fisica intenza

Fonte e link: http://www.saperesalute.it/riscaldamento-sportivo

Che cos’è

Il riscaldamento sportivo è la fase che serve per preparare l’organismo ad affrontare un’attività fisica intensa, ma anche qualsiasi prestazione sportiva come possono essere una maratona o una partita di calcetto tra amici.
Consiste nello svolgere un’attività fisica di bassa intensità, come per esempio una corsa lenta o esercizi ginnici sul posto, che porti gradualmente al “riscaldamento” del corpo, ossia all’aumento di 1-2 gradi della temperatura corporea.

A che cosa serve

Il riscaldamento serve a evitare affaticamento eccessivo ai primi sforzi, contratture e stiramenti ai muscoli e lesioni ad altre strutture come tendini e legamenti.
Il riscaldamento dei tessuti di muscoli e tendini, infatti, li rende più elastici e pronti ad affrontare movimenti bruschi o forzati. Allo stesso tempo riduce la viscosità del liquido sinoviale, la sostanza che “lubrifica” le articolazioni, permettendo movimenti più ampi e riducendo il rischio di traumi.
L’attività di riscaldamento inoltre richiama sangue verso i distretti sollecitati dall’esercizio, preparando il corpo a un migliore utilizzo delle energie e, contemporaneamente, portando a un maggiore afflusso dell’ossigeno trasportato dal sangue, mettendolo a disposizione dei tessuti che ne hanno bisogno.
Infine la blanda attività fisica di riscaldamento serve anche a rendere più efficiente il passaggio degli impulsi nervosi: ne conseguono movimenti più veloci e il fisico più reattivo.

Come si pratica

L’attività che solitamente viene praticata per iniziare la fase di riscaldamento è una corsa lenta, anche sul posto, perché mette in moto una buona parte della muscolatura senza rischio di traumi.
Valide alternative possono essere l’uso della cyclette o della bicicletta, il nuoto eseguito lentamente o anche una camminata effettuata con passo veloce.
Una volta che l’organismo ha iniziato a riscaldarsi è possibile effettuare esercizi di stretching o a corpo libero che preparino allo sforzo muscoli, tendini e articolazioni.
È utile anche eseguire un riscaldamento mirato, aggiungendo esercizi che sollecitino in modo specifico le parti del corpo che saranno maggiormente messe alla prova dalla prestazione sportiva che si sta per affrontare (per esempio le gambe nel caso del calcio).
Per le persone allenate che affrontino sport impegnativi il riscaldamento può comprendere anche attività come salti e scatti che, eseguiti con minore intensità rispetto alla fase agonistica, preparino l’organismo alla sforzo che lo attende.

Indicazioni

La fase di riscaldamento non dovrebbe durare meno di 10-15 minuti per chi non svolge spesso attività sportiva, ma dovrebbe essere più lunga per gli sportivi allenati che impiegano più tempo ad attivare l’organismo.
Deve inoltre tenere conto delle condizioni climatiche ed essere più lunga quando si affronta un’attività all’aperto in inverno, perché la bassa temperatura ambientale rende più lento il riscaldamento del corpo.

Chi può praticarlo

La fase di riscaldamento è consigliata a tutti proprio perché riduce i rischi di traumi all’apparato muscolo-scheletrico. Le modalità del suo svolgimento, l’intensità e la durata devono però essere commisurate alle condizioni fisiche del soggetto (per esempio alle persone anziane è consigliato un riscaldamento blando ma di durata maggiore), al suo livello di allenamento e al tipo di attività che andrà a svolgere.

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