FREQUENZA CARDIACA
Fonte e link: http://www.saperesalute.it/frequenza-cardiaca
Si definisce
frequenza cardiaca il numero di battiti che il cuore compie in un minuto. I
valori normali e le sue anomalie.
Che cos’è
Si definisce frequenza cardiaca il numero di battiti che il cuore compie
in un minuto o bpm (battiti
per minuto). La frequenza varia in modo naturale a seconda sia dell’età sia
dell’attività che si sta svolgendo, sia dell’allenamento fisico.
Esistono poi condizioni
patologiche che aumentano o diminuiscono la frequenza dei battiti del cuore con
conseguenze più o meno gravi.
Quali sono i valori normali
Rispetto alle diverse età, sono da
considerare normali i seguenti valori:
- da 80 a 180 bpm per i neonati;
- da 80 a 100 bpm per i bambini;
- da 70 a 120 bpm per gli adolescenti;
- da 60 a 90 bpm per gli adulti (con una minima differenza tra l’uomo e la donna),
La frequenza varia anche a seconda
del momento della giornata (di notte ad esempio si abbassa, mentre si
alza dopo mangiato), ma anche uno stress, un’emozione improvvisa e soprattutto
l’attività fisica causano un aumento dei battiti del tutto fisiologico.
Per questo i valori andrebbero
misurati a riposo: in questo caso, in media la frequenza cardiaca di un uomo è di circa 70
bpm e di circa 75 bpm nelle donne (fanno eccezione gli sportivi ben
allenati che hanno quasi sempre un ritmo più basso), mentre nei neonati, la
frequenza a riposo è di circa 130-150 bpm.
Quando la frequenza cardiaca
scende al di sotto dei valori minimi considerati normali si parla di bradicardia, mentre si definisce tachicardia la situazione nella quale si riscontrano
valori al di sopra di quelli massimi per ciascuna età.
Leggi anche l'articolo Sport
over 50: i consigli utili.
Come si misura
La frequenza cardiaca è misurata
in genere contando i battiti che si possono sentire sul polso anche se questo
metodo non è molto accurato.
I battiti possono essere anche
conteggiati attraverso l'ascolto del cuore per mezzo di uno stetoscopio posto
sul torace, metodo di misurazione che risulta più accurato del precedente o,
meglio ancora, attraverso l'elettrocardiogramma.
Anomalie più frequenti e cure
·
Bradicardia.
Può manifestarsi anche in modo fisiologico, per esempio negli sportivi e qualche
volta negli anziani. In questi casi la frequenza cardiaca a riposo può essere
inferiore ai 50
battiti al minuto, senza con questo causare disagi. La bradicardia
grave e di rapida insorgenza può invece richiedere un trattamento d'urgenza;
nelle forme croniche o in tutte quelle condizioni a rischio di bradicardia
grave può essere indicato l'impianto di un pacemaker.
·
Tachicardia. Nell’adulto viene definita come l’aumento della frequenza dei
battiti cardiaci oltre i 90 battiti al minuto.
Può essere dovuta ad eventi fisiologici (per esempio gravidanza, disturbi
gastrointestinali, sforzi fisici, stress) o a consumo eccessivo di caffè, alcol
o sostanze stupefacenti. Più spesso, però, è la spia di altre patologie, come aterosclerosi
o insufficienza coronarica. Certe forme di tachicardia non richiedono alcun
trattamento, mentre in altri casi è necessario intervenire con i farmaci.
Per saperne di più su questo
argomento leggi la scheda Aritmie cardiache.
Sintomi e complicazioni
I sintomi della bradicardia
comprendono:
- vertigini;
- mancamenti;
- un profondo senso di stanchezza;
- sensazione di "mancanza d'aria" con difficoltà respiratoria.
La bradicardia è pericolosa quando
raggiunge frequenze estremamente basse, inferiori ai 35 battiti al minuto. La
scelta del trattamento dipende dalla causa e dai sintomi.
La tachicardia può compromettere
il normale apporto di sangue ai vari tessuti con sofferenza dei distretti meno
irrorati. I sintomi più comuni sono:
- palpitazioni (fastidiosa percezione del battito cardiaco);
- svenimento;
- dolore toracico;
- vertigini.
In alcune persone è al contrario
completamente asintomatica. Un'eccessiva frequenza cardiaca a riposo può
aumentare il rischio di subire un ictus o un arresto cardiaco.
Leggi anche l'articolo Vitamine per lo sport.
Quando consultare il medico
In tutti i casi nei quali si ha la
percezione di una alterata frequenza cardiaca (a parte l’aumento fisiologico
dovuto allo sforzo fisico o allo stress intenso) è bene rivolgersi al medico
per identificarne le cause e avviare i trattamenti più adatti.
Potrebbero interessarti
anche questi articoli:
RISCALDAMENTO SPORTIVO
Riscaldamento sportivo: ecco che cos'è e perché è necessario praticarlo sempre prima di una attività fisica intenza
Fonte e link: http://www.saperesalute.it/riscaldamento-sportivo
Che cos’è
Il riscaldamento sportivo è la
fase che serve per preparare l’organismo ad affrontare un’attività fisica
intensa, ma anche qualsiasi prestazione sportiva come possono essere una
maratona o una partita di calcetto tra amici.
Consiste nello svolgere
un’attività fisica di bassa intensità, come per esempio una corsa lenta o
esercizi ginnici sul posto, che porti gradualmente al “riscaldamento” del
corpo, ossia all’aumento di 1-2 gradi della temperatura corporea.
A che cosa serve
Il
riscaldamento serve a evitare affaticamento eccessivo ai primi sforzi,
contratture e stiramenti ai muscoli
e lesioni ad altre strutture come tendini e legamenti.
Il riscaldamento dei tessuti di
muscoli e tendini, infatti, li rende più elastici e pronti ad affrontare
movimenti bruschi o forzati. Allo stesso tempo riduce la viscosità del liquido
sinoviale, la sostanza che “lubrifica” le articolazioni, permettendo movimenti
più ampi e riducendo il rischio di traumi.
L’attività di riscaldamento
inoltre richiama sangue verso i distretti sollecitati dall’esercizio,
preparando il corpo a un migliore utilizzo delle energie e, contemporaneamente,
portando a un maggiore afflusso dell’ossigeno trasportato dal sangue,
mettendolo a disposizione dei tessuti che ne hanno bisogno.
Infine la blanda attività fisica
di riscaldamento serve anche a rendere più efficiente il passaggio degli
impulsi nervosi: ne conseguono movimenti più veloci e il fisico più reattivo.
Come si pratica
L’attività che solitamente viene
praticata per iniziare la fase di riscaldamento è una corsa lenta, anche sul posto, perché mette in moto una buona parte
della muscolatura senza rischio di traumi.
Valide alternative possono essere
l’uso della cyclette o della bicicletta, il nuoto eseguito lentamente o anche
una camminata effettuata con passo veloce.
Una volta che l’organismo ha
iniziato a riscaldarsi è possibile effettuare esercizi di stretching
o a corpo libero che preparino allo sforzo muscoli, tendini e articolazioni.
È utile anche eseguire un
riscaldamento mirato, aggiungendo esercizi che sollecitino in modo specifico le
parti del corpo che saranno maggiormente messe alla prova dalla prestazione
sportiva che si sta per affrontare (per esempio le gambe nel caso del calcio).
Per le persone allenate che
affrontino sport impegnativi il riscaldamento può comprendere
anche attività come salti e scatti che, eseguiti con minore intensità rispetto
alla fase agonistica, preparino l’organismo alla sforzo che lo attende.
Indicazioni
La
fase di riscaldamento non dovrebbe durare meno di 10-15 minuti per chi non
svolge spesso attività sportiva, ma dovrebbe essere più lunga per gli sportivi
allenati che impiegano più tempo ad attivare l’organismo.
Deve inoltre tenere conto delle
condizioni climatiche ed essere più lunga quando si affronta un’attività
all’aperto in inverno, perché la bassa temperatura ambientale rende più lento
il riscaldamento del corpo.
Chi può praticarlo
La
fase di riscaldamento è consigliata a tutti proprio perché riduce i rischi di
traumi all’apparato muscolo-scheletrico. Le modalità del suo svolgimento,
l’intensità e la durata devono però essere commisurate alle condizioni fisiche
del soggetto (per esempio alle persone anziane è consigliato un riscaldamento
blando ma di durata maggiore), al suo livello di allenamento e al tipo di
attività che andrà a svolgere.
Nessun commento:
Posta un commento