martedì 31 ottobre 2017

Pancia gonfia


                                                   PANCIA GONFIA

Fonte e link: https://www.rodiola.it/blog/gonfiore-pancia-rimedi-n27#mangiato

Cosa Fare

Bere molta acqua a basso contenuto di sodio, lontano dai pasti. Bere mentre si mangia non fa bene, rallenta a digestione, quindi è il caso di limitarsi il più possibile durante il pasto. Masticare lentamente tutto il cibo. E cercare di parlare pochissimo mentre si mangia.

Cercare di mangiare le verdure, soprattutto cotte, ad ogni pasto. La verdura cotta favorisce la digestione e aiuta l’assorbimento dei gas intestinali, come anche alcune verdure crude quali sedano e finocchi. Per quanto riguarda la frutta, sono da preferire l’ananas (depurativa e diuretica) e la mela (che inibisce la fermentazione dei cibi nello stomaco).

Non saltare i pasti, perché l’assunzione irregolare di cibo favorisce il gonfiore addominale. Una regolare alimentazione distribuita fra colazione, pranzo e cena aiuta a regolarizzare il processo digestivo, meglio ancora se completata dai classici due spuntini del mattino e della sera.

Se possibile, praticare regolarmente uno sport, e cercare di non sedersi subito dopo i pasti. Se non si ha tempo per la palestra, basta anche una breve camminata, soprattutto dopo mangiato, poiché stimola la digestione e aiuta a ridurre la formazione di gas intestinali.

Comportamenti no
No alle bevande gassate, perché di gas non abbiamo proprio bisogno. Se proprio non se ne può farne a meno, un bicchiere di aranciata o coca cola può essere bevuto lontano dai pasti.

No ai pasti molto abbondanti, in particolare la sera. Un pranzo completo di primo secondo e contorno richiede una digestione più lunga, soprattutto se non si ha la possibilità di fare del movimento subito dopo.

Attenzione al caffè: per alcune persone è davvero nocivo se preso a fine pasto, perché attacca i succhi gastrici e può provocare bruciore e pesantezza allo stomaco.

No al consumo eccessivo di dolci, in particolare quelli industriali, in cui vengono usati conservanti come ad esempio il sorbitolo, che favorisce il gonfiore. Meglio i dolci fatti in casa, tipo il classico ciambelline della nonna, da preferire anche alle crostate, che per quanto genuine contengono più zuccheri .

L’alimentazione
Il rimedio più naturale di tutti contro il gonfiore di stomaco è l’alimentazione corretta. Non solo è importante evitare i cibi che possono provocare gonfiore, ma anche mangiare quelli giusti, che aiutano la digestione e hanno proprietà sgonfianti. Finocchi contro latticini, verrebbe da pensare, e in forma estremamente semplificata è proprio così. Di seguito delle indicazioni generali per orientarsi nella composizione del regime alimentare, ma ovviamente non si possono né devono eliminare del tutto alimenti importanti come il latte e i legumi, ma solo imparare ad assumerli in modo ragionato, a pranzo piuttosto che a cena, e con moderazione, abbinati magari ad altri cibi che al contrario favoriscono la digestione.

Cosa non mangiare

I legumi, soprattutto fagioli e lenticchie. I latticini, se è accertata l’intolleranza al lattosio: esistono in commercio dei tipi di latte ad alta digeribilità, formulati specificamente per chi ha problemi con il lattosio. Sempre per il rischio di gonfiore intestinale, attenzione ad alcuni tipi di verdure, quali broccoli e cavolfiore, ma anche alla lattuga, che tende a inibire la funzionalità intestinale. Stesso discorso per la frutta fresca come banane, pesche e albicocche, e la frutta secca come noci, nocciole e mandorle. E ovviamente attenzione anche a pane, pasta e pizza, con particolare riferimento alla pasta ripiena: è preferibile consumare la pasta all’ora di pranzo, perché richiede una digestione piuttosto lunga e la sera rischia di provocare gonfiore. In alcuni casi possono essere utili le prove allergiche, per escludere che ci siano delle intolleranze alimentari.
Infine, l’ultima controindicazioni si presenta per i dolci e i cibi confezionati, ricchi di sale e di conservanti. E’ il caso di limitarne il consumo il minimo possibile.

I rimedi naturali

Il metodo migliore in cui sgonfiare la pancia con le erbe è quello della tisana. Facile da preparare e da consumare, consente di godere delle proprietà delle erbe utilizzate e dell’acqua, che non è mai troppa quando si tratta di depurare e attenuare il gonfiore addominale. Attenzione a usare un tipo di acqua a basso contenuto di sodio, così da favorire l’eliminazione delle tossine.

Anice. Una tisana all’anice è l’ideale per sgonfiare la pancia. Si prepara mettendo in infusione i semi di anice nell’acqua e filtrando dopo 8-10 minuti. Una tazza al giorno produce davvero buoni effetti, soprattutto se bevuta al termine del pasto, in particolare la sera. Si può anche pensare a un trattamento mirato di una settimana, in cui bere la tisana all’anice rigorosamente dopo il pranzo e la cena; in questo caso, la tisana preparata al mattino si conserva tranquillamente fino a sera, magari con l’aggiunta di qualche goccia di limone.

Camomilla e melissa. Antispasmodiche e depurative, la melissa e la camomilla aiutano non solo a ridurre il gonfiore ma anche ad attenuare i fastidi che si possono avere dopo un pasto pesante. Le due si possono utilizzare singolarmente o combinate e bere in qualsiasi momento della giornata, oppure quando se ne avverte il bisogno, appunto in caso di sensazione di gonfiore e pienezza.

Finocchio. Il finocchio è una panacea universale contro tutti i tipi di gonfiore; quello legato ai problemi del ciclo mestruale, della cattiva digestione, a un pasto pesante, alle intolleranze alimentari. Il vantaggio del finocchio è che si può assumere in tanti modi, a iniziare dalla tavola fino ai semi, da portare con sé anche fuori casa. Poi c’è la tisana, versione in cui il finocchio può essere associato anche ad altri rimedi sgonfianti –a condizione di fare un’attenta valutazione sul sapore che ne deriva. Il finocchio è un eccellente sgonfiante e non presenta alcun effetto collaterale, quindi se ne consiglia l’utilizzo a tutti.

Zenzero. Allo zenzero sono riconosciute proprietà digestive che tornano utili anche in caso di gonfiore di stomaco. Una buona digestione è la base per evitare il gonfiore e lo zenzero è indicato soprattutto dopo pasti molto abbondanti, di quelli legati a eventi, festività e cerimonie. In questi casi un tè allo zenzero preparato sul momento stimola l’attivazione del processo digestivo e riduce il rischio della pancia gonfia; allo stesso tempo allontana la nausea e il meteorismo, per cui vale davvero la pena di utilizzarlo.

Il carbone. Il carbone è un rimedio omeopatico di comprovata efficacia contro il gonfiore, grazie alla sua capacità di assorbire letteralmente i gas che trova nello stomaco. Un caso più unico che caro, in cui si assorbe il gas piuttosto che cercare di eliminarlo. Particolarmente efficace per i casi in cui la pancia gonfia si deve a un’eccessiva introduzione di aria mentre si parla o mentre si mangia, quindi a condizioni in cui non si riscontrano particolari problemi o irregolarità nell’alimentazione. Il carbone si trova in erboristeria e si assume in forma di compresse, secondo il consiglio dell’erborista o del medico per quanto riguarda il dosaggio.

Prodotti suggeriti per il gonfiore alla pancia


sabato 7 ottobre 2017

Come abbinare cibi diversi tra di loro



Come abbinare cibi diversi tra di loro
Quali sono le combinazioni alimentari da preferire e, invece, quali è meglio evitare per favorire una buona digestione e agevolare la corretta assimilazione delle sostanze nutritive
Può capitare che dopo un pasto ci assalga la sonnolenza e ci si senta affaticati, anche dopo un pranzo “leggero”. Questo può essere imputabile a uno dei sintomi che sono un campanello di allarme per una qualche intolleranza alimentare. E se ne si ha il sospetto, il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico di fiducia per valutare la sintomatologia attraverso test diagnostici mirati. Se però non ci sono problematiche di questo tipo, ma la causa del sentirsi appesantiti e stanchi dopo un pasto è “semplicemente” da attribuirsi a una digestione lunga e faticosa, con molta probabilità abbiamo abbinato male gli alimenti tra di loro. Appena finito di mangiare, infatti, l’organismo impiega la maggior parte delle energie a sostegno del processo digestivo, per scomporre e, poi, assimilare le sostanze nutritive presenti nei alimenti. I singoli nutrienti, però, vengono disgregati da enzimi diversi, lungo diversi tratti dell’apparato digerente e in tempi sfalsati. Ecco che quindi, se abbiniamo tra loro cibi molto differenti nella composizione chimica, la digestione diventa difficoltosa e si allunga oltremodo. Per preparare pasti gustosi, ma anche digeribili è bene sapere quali cibi possono stare insieme nello stesso piatto e quali invece meglio separare. Vediamo qui di seguito come fare.
Combinazioni alimentari e categorie di cibi
Il punto di partenza di questo approccio alimentare è lo stesso che sta alla base della nutrizione naturale in generale. Ovvero consumare cibi di provenienza biologica, freschi e che rispettino la stagionalità. Questo, infatti, è il primo presupposto per la digeribilità degli alimenti. Vediamo ora nel dettaglio quali sono le indicazioni da seguire per saper combinare bene tra loro i vari alimenti in uno stesso pasto. Innanzitutto, per cominciare, è bene suddividere i cibi in categorie diverse. Carboidrati (cereali, tuberi, legumi, castagne); proteine magre (carne e pesce magri, formaggi, latte e yogurt) e grasse (carne e pesce grassi, salumi, uova, burro); verdure e ortaggi; frutta fresca (acida, semiacida e dolce); frutta essiccata; frutta secca e semi oleosi; spezie ed erbe aromatiche; condimenti (olii vegetali e grassi animali); condimenti acidi (succo di limone, aceto di vino e di mele, acidulato di riso); zuccheri e dolcificanti naturali (zucchero di canna, miele, melassa, malti e sciroppi di cereali, succo di agave e sciroppo d’acero). La base della teoria delle combinazioni alimentari è che associando tra loro cibi simili la digestione migliora e si semplifica, permettendo una buona assimilazione delle sostanze nutritive; mentre combinando alimenti molti diversi la digestione si allunga, con la conseguenza dannosa per l’organismo che i nutrienti vengono assimilati male. Per esempio, carboidrati e proteine vengono digeriti in modo differente, assimilati lungo tratti diversi dell’intestino e in ambienti da ph opposto (basico per gli amidi e acido per le proteine).
Come associare o non associare alimenti diversi tra loro
Ecco quali sono le indicazioni per una corretta combinazione deli alimenti. In primo luogo, carboidrati complessi e proteine non vanno associati in uno stesso pasto. Nemmeno carboidrati complessi con cibi acidi o grassi. I carboidrati richiedono enzimi acidi per essere digeriti; mentre servono enzimi acidi per digerire proteine, grassi e cibi acidi. Enzimi acidi ed enzimi basici, infatti, si neutralizzano a vicenda e creano indigestione. No quindi a: pasta o patate o legumi con pesce e carne o latticini e nemmeno con cibi acidi. Evitare quindi piatti come pasta e fagioli, riso e pollo, polpo con patate, tonno e fagioli, pasta e pomodoro, yogurt e cereali. Se non si soffre di problemi digestivi e in generale si digerisce bene, nello stesso pasto, ai carboidrati si possono associare alimenti proteici grassi (formaggio e uova), facendone prevalere uno (un piatto di pasta con grattugiato poco formaggio o con un uovo, una frittata con una fetta di pane). Un altro principio basilare della teoria della combinazione degli alimenti è che alimenti proteici diversi non vanno consumati nello stesso pasto, soprattutto proteine magre con quelle grasse. Perché il tipo di enzimi, l’acidità dei succhi gastrici e la quantità di secrezioni varia molto a seconda del tipo di proteina. No a carne e formaggio nello stesso pasto, oppure carne cotta nel burro, e nemmeno carne e uova insieme, perché i grassi inibiscono la digestione, rallentandola e determinando putrefazione (oltretutto, i grassi inglobano il ferro contenuto nella carne e non lo rendono disponibile per l’organismo), mentre si può preparare un’omelette con del formaggio o poco latte. In generale, non consumare insieme proteine e grassi. Evitare quindi l’associazione di proteine con frutta secca e/o grassa, come noci o avocado.
Anche carboidrati diversi non andrebbero mescolati tra loro. Alimenti diversi a prevalenza di amido, infatti, allungano la digestione e favoriscono la fermentazione intestinale. Se si mangia la pasta, quindi, niente pane né patate. No anche a cereali e legumi insieme (come riso e piselli). Le verdure, cotte o crude, posso accompagnare sia proteine sia carboidrati (esclusi legumi e patate come detto). Tranne le verdure che contengono molti amidi come zucca, carota, barbabietola e carciofi, che possono essere associate solo a proteine e altra verdura non troppo amidacea, Il pomodoro è da considerarsi un frutto, anche se sta nella categoria degli ortaggi, ma meglio mangiarlo da solo. Essendo un alimento acido, poi, se ne sconsiglia l’abbinamento sia ai carboidrati sia al formaggio. La pizza margherita andrebbe quindi evitata, come pure la classica insalata caprese (pomodori e mozzarella) o la pasta al pomodoro e formaggio filante. Concedendosi però qualche eccezione alla regola (se non si soffre di particolari disturbi). Spezie ed erbe aromatiche possono essere aggiunte a qualsiasi alimento, amidacei o proteici che siano, come pure utilizzati per insaporire le verdure. Idem i condimenti a base di olii vegetali, possono essere aggiunti a crudo sia a carboidrati sia a proteine, come anche a ortaggi e verdure di ogni tipo. I condimenti acidi, invece, sono da evitare insieme agli amidi (no aceto sulle patate, per esempio, e se si condisce l’insalata con il limone, niente pane).
Altra cosa importante da tenere presente è che la frutta fresca va consumata lontano dai pasti. Questo perché lo zucchero contenuto, se mescolato ad altri alimenti, genera fermentazioni. La frutta non va mai abbinata nemmeno alle verdure (tranne le mele). In generale, è preferibile consumare un solo tipo di frutta per volta. Altrimenti, se si desidera una macedonia, avere l’accortezza di abbinare frutta acida (agrumi, ananas, kiwi, fragole e frutti bosco) con quella semiacida (mele, pere, pesche, prugne, albicocche, ciliegie); oppure la frutta dolce (banane, uva, fichi, cachi, datteri freschi, papaya, mango) sempre con la semiacida. Anguria e melone vanno sempre consumati da soli. Se si ha una buona digestione si può abbinare frutta e yogurt. Anche succhi di frutta e centrifugati vanno consumati lontano dai pasti, preferendo quelli a base di un solo frutto o abbinandoli nel modo giusto. Evitare di preparare centrifugati che siano un mix di frutta e verdura. La frutta essiccata (uvetta, fichi, prugne, albicocche e datteri secchi) può essere abbinata alla frutta fresca o allo yogurt. Chi digerisce bene può combinarla ai carboidrati, ma in piccole quantità (per esempio pane con uvetta). La frutta secca e i semi oleosi possono essere aggiunti alle verdure oppure combinati con frutta fresca o yogurt. Anacardi e arachidi vanno consumati da soli.
Zuccheri semplici e carboidrati complessi si combinano male tra loro. Gli amidi (quindi qualsiasi tipo di farina) insieme a zucchero, miele, marmellata o uvetta, risultano difficili da digerire, peggio ancora se nell’impasto ci sono altri ingredienti come latte e uova, o addirittura frutta secca. I dolci vanno consumati da soli, lontano da qualsiasi altro alimento e anche dalla frutta. Se non si vuole rinunciare ai dolci, meglio prepararli in casa con pochi ingredienti, scegliendoli integrali e provenienza biologica.
Per le bevande va fatto un discorso a parte. L’acqua può essere abbinata a ogni alimento, meglio consumata fuori pasto. The e tisane possono essere abbinate tutto. Il caffè meglio berlo a colazione, insieme a biscotti integrali semplici, oppure da solo. No a caffè-latte che genera una sostanza, il tannato di albumina, che rallenta notevolmente la digestione. Bevuto dopo un pasto può interferire con l’assorbimento di alcune sostanze nutritive (per esempio, i tannini in esso contenuti ostacolano l’assorbimento del ferro se si mangia la carne). Il vino può essere associato a carne o pesce, ma è da evitare con i carboidrati. Viceversa la birra che si può abbinare ai carboidrati, ma non alle proteine, anche se crea fermentazioni.
Come mettere in pratica le combinazioni alimentari
Per abituarsi a questo regime alimentare basta prendere piccole nuove abitudini e se ne avranno tutti i benefici. Se a pranzo si mangia pasta come piatto principale, evitare di consumare pane; idem la sera a cena, con un secondo di carne o pesce niente o solo una fetta di pane e nemmeno patate. Un’ottima cosa può essere quella di organizzarsi il pasto preparando un piatto unico dove sono già presenti i vari alimenti. Attenzione però a non esagerare con le porzioni. Per rispettare le giuste proporzioni, nello stesso pasto, è bene limitare i carboidrati, soprattutto, e le proteine a favore delle verdure, che vanno consumate sempre in abbondanza. Altro accorgimento è quello di evitare la frutta dopo pasto, ma consumarla come spuntino a metà mattina o nel pomeriggio. Dissociando così gli alimenti, infatti, oltre a migliorare la digestione l’effetto positivo è quello di un sano aumento della sensazione di fame, per cui si sentirà certamente la necessità di fare uno spuntino tra un pasto e l’altro. Se non a base di frutta fresca, come detto, si possono mangiare 4 o 5 semi oleosi, preferibilmente la mattina, dato il loro contenuto energetico. In tal modo, la digestione si semplifica e scompaiono tanti fastidiosi sintomi, come acidità allo stomaco, reflusso gastroesofageo, gonfiori, meteorismo, sonnolenza e affaticamento mentale.
Esempio di menu quotidiano, in base alle combinazioni alimentari
Colazione: the verde oppure caffè e biscotti integrali o pane tostato con miele.
Spuntino mattutino: un frutto fresco e di stagione; oppure una manciata di frutta secca (mandorle o noci); oppure uno yogurt naturale.
Pranzo: verdura cruda come antipasto; primo a base di un cereale (meglio se integrale e bio) con abbondanti verdure cotte, insaporite da erbe aromatiche (aneto, prezzemolo, maggiorana, etc.), tutto condito con olio extravergine d’oliva a crudo; può essere aggiunto anche del formaggio grattugiato (grana o parmigiano) in alternativa semi oleosi (semi di canapa o mandorle tritate) in piccola quantità.
Merenda pomeridiana: un frutto fresco; oppure un centrifugato di frutta o verdura.
Cena: secondo a base di un solo tipo di proteine (carne o pesce o uova o formaggio o legumi, senza mescolarli) accompagnato da un’insalata oppure verdura cotta in abbondanza, condita con olio extravergine d’oliva a crudo.
Spuntino serale: una tisana, passata un’ora dalla cena.



Alimenti che provocano minori allergie

Meritano di essere menzionate anche le diete di eliminazione di cui sempre più spesso si sente parlare quando si affronta il problema delle allergie alimentari. La dieta di eliminazione si attua principalmente quando sono presenti patologie croniche, come eczema, orticaria o problemi gastroenterici.
 Tali diete consistono nell'eliminare per un certo periodo di tempo tutti gli alimenti sospetti e tutti quelli più comunemente responsabili di reazioni allergiche.
 La carne che provoca reazioni allergiche con minor frequenza è la carne di agnello, fra i cereali il riso, fra le verdure le patate, le carote e la lattuga, fra i frutti le pere, fra i grassi l'olio di girasole.
In genere sono questi gli alimenti che costituiscono la dieta base. Se i sintomi migliorano, si procede alla reintroduzione graduale degli altri alimenti uno alla volta. Le diete di eliminazione comportano, se protratte a lungo, il rischio di carenze nutritive e pertanto devono sempre essere condotte con la supervisione di un medico.

IL NOSTRO COMMENTO: Un abbinamento di cibi errato può comportare cattiva digestione e gonfiori addominali difficili da eliminare se non viene individuata la causa. Ora che lo sapete. OCCHIO!