Sconfiggere i tumori colpendo i mitocondri: la scoperta di un ricercatore
italiano negli USA
12/07/2016
Fonte e link: https://notiziemediche.it/tumore-del-colon-retto/sconfiggere-i-tumori-colpendo-i-mitocondri-la-scoperta-di-un-ricercatore-italiano-negli-usa/?utm_source=Facebook&utm_medium=tumore-del-colon-retto&utm_campaign=POST
Una ricerca condotta dal Wistar Institute, pubblicata
nei giorni scorsi dalla rivista scientifica PLOS Biology, ha svelato un
vero e proprio network di proteine presenti all’interno dei mitocondri
delle cellule tumorali.
Questa rete di proteine consente non solo la
proliferazione di tali cellule, ma anche la loro capacità di muoversi e
invadere altri organi, producendo metastasi.
La scoperta di questo meccanismo ha consentito ai ricercatori
di disattivare alcune proteine chiave all’interno della rete, riducendo
enormemente la capacità del tumore di crescere ed espandersi.
I mitocondri, vere e proprie “centrali energetiche”
della cellula e responsabili della sua sopravvivenza, sono fondamentali per
ogni organismo vivente.
Nonostante non sia completamente chiaro il loro
funzionamento all’interno delle cellule tumorali, per la ricerca è un ambito di
studio fondamentale: le cellule tumorali, infatti, proliferano più velocemente
dei tessuti normali, e alcuni ricercatori hanno ipotizzato che ciò si debba
proprio ai meccanismi che consentono ai mitocondri di funzionare correttamente.
Il ricercatore Dario Altieri, presidente del Wistar
Institute
«È un esempio di come i tumori possono adattarsi
velocemente» ha commentato Dario Altieri, presidente del Wistar
Institute, commentando la ricerca alla quale ha lui stesso collaborato.
«I mitocondri hanno un ruolo cruciale nel consentire a
un tumore di gestire l’energia necessaria per crescere ed espandersi» prosegue
Altieri.
Capire come i tumori sfruttano i mitocondri per
supportare la loro proliferazione anormale e la produzione di metastasi, spiega
lo scienziato, potrebbe svelare un obiettivo terapeutico valido per molti tipi
di tumore.
Studi precedenti sull’argomento hanno evidenziato un
ruolo importante da parte della proteostasi (la capacità di controllare il
ripiegamento e, appunto, la stabilità delle proteine) nella riduzione dello
stress cellulare.
È risaputo inoltre che i tumori sfruttano a loro
vantaggio i meccanismi della proteostasi, ma è rimasto aperto il quesito
relativo a come questo accada nei mitocondri.
La risposta è arrivata con questo studio e, di fatto,
conferma quanto riscontrato in passato.
In particolare una proteina (ClpP) è risultata
sovraespressa nei tumori primari e metastatici, e la sua presenza è stata
correlata a un minor tempo di sopravvivenza del paziente.
Soltanto nell’ambito di questa ricerca, gli scienziati
hanno identificato tale sovraespressione nel melanoma,
nel linfoma, nei tumori di seno, prostata,
colon e polmone.
Dato l’interesse scientifico nei confronti dei meccanismi
che coinvolgono la funzionalità dei mitocondri, la scoperta di un meccanismo
“sensibile” a eventuali farmaci è senza dubbio una prospettiva esaltante per
gli scienziati che hanno curato questa ricerca.
«Studi precedenti in ambito preclinico hanno mostrato
che è possibile colpire le proteine mitocondriali», ha dichiarato Jae Ho Seo,
che figura tra le firme della ricerca. «Danneggiare il network che abbiamo
identificato in questo studio potrebbe disattivare alcuni processi chiave che
conducono alla progressione del tumore».
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Fonte e link: http://www.adnkronos.com/salute/medicina/2016/06/05/farmaco-intelligente-contro-tumore-polmone_bt3umjwJ6YxMr8OMHi1i0L.html?refresh_ce
Una ‘bomba intelligente’, un nuovo farmaco a bersaglio molecolare, sbarra la strada al cancro del polmone che colpisce i non fumatori. E' quanto emerge da uno studio presentato al 52.esimo congresso della Societa' americana di oncologia clinica (Asco), in corso a Chicago.
Per i tumori dei non fumatori, che rappresentano circa il 10 per cento dei tumori ai polmoni, lo studio J-Alex ha dimostrato che alectinib, farmaco a bersaglio molecolare è in grado di ridurre del 66% il rischio di peggioramento della malattia rispetto alla terapia standard già utilizzata. “Se finora con i farmaci a disposizione dopo circa 10 mesi non osservavamo più risultati, con il nuovo farmaco - commenta Marina Garassino, Responsabile Oncologia Toraco Polmonare del Dipartimento Medicina Oncologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - dopo quasi due anni 1 paziente su 2 sta bene, la malattia non progredisce e non si verifica nessun effetto collaterale”.
Il farmaco ha già ricevuto l'approvazione accelerata dalla Food and Drug Administration (Fda) lo scorso dicembre per il trattamento di pazienti che abbiano avuto una progressione della malattia con la terapia standard a base di crizotinib o siano intolleranti a questo farmaco. Con l’obiettivo di ottenere la piena approvazione come trattamento di prima linea, è attualmente in corso lo studio Alex.
“In Italia si stimano 41.000 nuovi casi all’anno di tumore al polmone e di questi, in circa il 6%, è presente un’alterazione denominata ALK”, – continua l’esperta. “Questa alterazione genetica conferisce una particolare sensibilità delle cellule tumorali agli ALK inibitori, di cui crizotinib è stato il pioniere e rappresenta attualmente il trattamento standard per questi pazienti. I dati ci dicono che alectinib è molto superiore a crizotinib nel controllo della malattia e con una tollerabilità nettamente superiore. Ciò significa che alectinib sarà importante perché permetterà ai pazienti di cronicizzare la malattia solo con una pastiglia al giorno, per via orale e salvaguardare, quanto è possibile, la loro qualità di vita. Attualmente, i risultati riguardano la popolazione asiatica, ma speriamo si confermino anche nella popolazione occidentale.”
"Questo è il primo studio che dimostra come alectinib aiuti i pazienti a vivere più a lungo, ritardando la progressione della malattia, rispetto a crizotinib", ha spiegato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. "Crediamo che questi risultati, in termini di efficacia e sicurezza, rappresentino un significativo passo avanti per i pazienti con cancro del polmone ALK-positivo; naturalmente sottoporremo questi dati alla Food and Drug Administration americana e ad altre autorità regolatorie".
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Pubblicato il: 05/06/2016 13:42
Una ‘bomba intelligente’, un nuovo farmaco a bersaglio molecolare, sbarra la strada al cancro del polmone che colpisce i non fumatori. E' quanto emerge da uno studio presentato al 52.esimo congresso della Societa' americana di oncologia clinica (Asco), in corso a Chicago.
Per i tumori dei non fumatori, che rappresentano circa il 10 per cento dei tumori ai polmoni, lo studio J-Alex ha dimostrato che alectinib, farmaco a bersaglio molecolare è in grado di ridurre del 66% il rischio di peggioramento della malattia rispetto alla terapia standard già utilizzata. “Se finora con i farmaci a disposizione dopo circa 10 mesi non osservavamo più risultati, con il nuovo farmaco - commenta Marina Garassino, Responsabile Oncologia Toraco Polmonare del Dipartimento Medicina Oncologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - dopo quasi due anni 1 paziente su 2 sta bene, la malattia non progredisce e non si verifica nessun effetto collaterale”.
Il farmaco ha già ricevuto l'approvazione accelerata dalla Food and Drug Administration (Fda) lo scorso dicembre per il trattamento di pazienti che abbiano avuto una progressione della malattia con la terapia standard a base di crizotinib o siano intolleranti a questo farmaco. Con l’obiettivo di ottenere la piena approvazione come trattamento di prima linea, è attualmente in corso lo studio Alex.
“In Italia si stimano 41.000 nuovi casi all’anno di tumore al polmone e di questi, in circa il 6%, è presente un’alterazione denominata ALK”, – continua l’esperta. “Questa alterazione genetica conferisce una particolare sensibilità delle cellule tumorali agli ALK inibitori, di cui crizotinib è stato il pioniere e rappresenta attualmente il trattamento standard per questi pazienti. I dati ci dicono che alectinib è molto superiore a crizotinib nel controllo della malattia e con una tollerabilità nettamente superiore. Ciò significa che alectinib sarà importante perché permetterà ai pazienti di cronicizzare la malattia solo con una pastiglia al giorno, per via orale e salvaguardare, quanto è possibile, la loro qualità di vita. Attualmente, i risultati riguardano la popolazione asiatica, ma speriamo si confermino anche nella popolazione occidentale.”
"Questo è il primo studio che dimostra come alectinib aiuti i pazienti a vivere più a lungo, ritardando la progressione della malattia, rispetto a crizotinib", ha spiegato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. "Crediamo che questi risultati, in termini di efficacia e sicurezza, rappresentino un significativo passo avanti per i pazienti con cancro del polmone ALK-positivo; naturalmente sottoporremo questi dati alla Food and Drug Administration americana e ad altre autorità regolatorie".
IL NOSTRO COMMENTO: Speriamo bene!
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