Disbiosi: sintomi, test, dieta e cura
La disbiosi è
un'alterazione della microflora batterica intestinale che può essere
diagnosticata mediante un apposito test
Fonte e link: http://www.tantasalute.it/articolo/disbiosi-sintomi-test-dieta-e-cura/47505/
Cos’è la disbiosi?
Quali sono i sintomi, il test, la dieta e la cura?
In generale, con disbiosi si intende un’alterazione della microflora batterica
intestinale, laddove con disbiosi intestinale si indica un insieme di
sintomi e disturbi che possono degenerare interessando anche altri organi
distanti dall’intestino stesso. Questa patologia può essere classificata in
disbiosi fermentativa e putrefattiva, a seconda che il disturbo
interessi lo stomaco, l’intestino tenue o il colon e in riferimento al tipo di
alimentazione scatenante (se eccessivamente ricca di carboidrati o proteine).
In base ai vari livelli di gravità, si parla di disbiosi lieve, medio-grave
o grave. In quest’ultimo caso si verifica anche un’alterazione della
funzionalità epatica e pancreatica.
Sintomi e test Le
persone affette da questo disturbo tendono a non digerire bene,
si ammalano facilmente, si sentono spesso stanche e prive di energia,
soffrono di stitichezza alternata ad episodi di diarrea,
lamentando meteorismo o aerofagia. Sintomi tipici della disbiosi sono, inoltre,
gonfiori, nausea, vomito e, principalmente nelle donne, infezioni intime come
la candida vaginale. Uno studio americano pubblicato
nel 2012, inoltre, ha evidenziato come esista uno stretto legame tra la flora
intestinale e l’asma allergica, tanto da far ipotizzare che alcune patologie
respiratorie e varie intolleranze alimentari siano legate a fenomeni di
disbiosi. Per diagnosticare la disbiosi è necessario effettuare un apposito
test che consiste in un esame di laboratorio effettuato su un campione di
urine. Tramite il test viene verificata la presenza di due sostanze, lo scatolo
e l’indicano, che risultano essere presenti in percentuale maggiore nei
soggetti affetti da questa patologia rispetto a quelli sani.
Dieta e cura Nei casi più lievi la disbiosi può essere curata correggendo le abitudini alimentari e la dieta, mentre nei casi più importanti è necessario ricorrere ad integratori specifici o ad antibiotici, a discapito dei possibili effetti collaterali.
Dieta e cura Nei casi più lievi la disbiosi può essere curata correggendo le abitudini alimentari e la dieta, mentre nei casi più importanti è necessario ricorrere ad integratori specifici o ad antibiotici, a discapito dei possibili effetti collaterali.
La terapia
indicata per curare questo disturbo permette, infatti, di ripristinare
l’integrità funzionale dell’intestino e di ricompattare la flora batterica
intestinale. Il medico valuterà la cura più indicata in base alle
specifiche esigenze del paziente, optando per una terapia antibiotica o
indicando l’assunzione di probiotici e fermenti lattici
mirati, in base ai ceppi batterici presenti nell’organismo. I probiotici da
assumere, infatti, possono essere molteplici, a base di Lactobacillus
Acidophilus, di Bifidobacter Bifidum o ad ampio spettro. Una terapia mirata di
questo tipo dura mediamente tre mesi e necessita quasi sempre di un’opportuna
integrazione con enzimi digestivi. Anche l’idrocolonterapia, ovvero il
lavaggio profondo del colon, andando a rimuovere le feci stagnanti può essere
utile per curare un intestino disbiotico. L’alimentazione, infine, ha un ruolo
importante nella cura di questo tipo di disturbo se finalizzata a non
sovraccaricare eccessivamente l’intestino. I dietologi, pertanto, consigliano
di mangiare poco e spesso, evitando cibi grassi o con molti conservanti. Vanno
predilette la frutta e la verdura sia cotta che cruda e si deve bere molto
evitando, però, il consumo di bevande alcoliche o eccitanti.
Dysbio Check per disbiosi intestinale
Fonte e link: http://www.natrixlab.it/indice-test-diagnostici/benessere-intestinale/dysbio-check/
Cos’è e a cosa
serve?
La disbiosi intestinale è un’alterazione degli
equilibri e della composizione della flora batterica intestinale, che
comporta un insieme di sintomi e disturbi dell’apparato gastrointestinale, in
grado di avere conseguenze anche su organi ed apparati distanti dall’intestino.
A livello del tratto gastro intestinale è presente un
vero e proprio organo, il Microbiota, costituito da quantità di
mircoorganismi che costituiscono la flora batterica. La tipologia ed il
numero di batteri intestinali contribuiscono a determinare lo stato di
benessere o malessere dell’apparato digerente e dell’intero organismo.
Il Dysbio Check rileva la presenza nelle
urine di due metaboliti del triptofano, denominati Indicano e Scatolo,
che permettono di verificare l’eventuale presenza di fenomeni fermentativi
e/o putrefattivi a livello intestinale: un elevato livello di Indicano
urinario è indice di disbiosi intestinale a livello dell’intestino tenue,
mentre alti livelli di Scatolo indicano una disbiosi intestinale a
livello dell’intestino crasso.
Chi lo dovrebbe
fare?
La disbiosi intestinale si può manifestare con un
ampio ventaglio di sintomi.
Ti consigliamo questo test se hai riscontrato:
Ti consigliamo questo test se hai riscontrato:
- Cattiva digestione con conseguenti alterazioni del transito intestinale (stitichezza o diarree frequenti, meteorismo, colon irritabile, irregolarità intestinale);
- Senso di gonfiore e tensione addominale, con dolore, flatulenza, indisposizione e malessere generale;
- Alitosi e difficoltà digestive;
- Aumentata suscettibilità alle infezioni dovuta ad una diminuzione delle difese immunitarie;
- Aumentata probabilità di micosi nell’intestino (candidosi), di vaginiti e cistiti nella donna;
- Disturbi di carattere generale: nervosismo, ansia, disturbi del sonno, stanchezza, astenia e cambiamenti dell’umore.
Ti consigliamo inoltre di fare questo test:
- Prima di iniziare un trattamento a base di fermenti lattici, per scegliere il probiotico e il prebiotico più adatto sulla base del risultato del test;
- Dopo un trattamento a base di fermenti lattici, per valutare la buona riuscita del trattamento.
Come e dove
eseguire il test?
Il test viene effettuato mediante analisi su un
campione di urine, e può essere richiesto nei laboratori di analisi, nei
centri medici e nelle medical spa che propongono i servizi di diagnostica
NatrixLab.
Preparazione all’esame: raccogliere i campioni a distanza di almeno 7 giorni dall’ultima terapia antibiotica. Le urine devono essere le prime del mattino.
Preparazione all’esame: raccogliere i campioni a distanza di almeno 7 giorni dall’ultima terapia antibiotica. Le urine devono essere le prime del mattino.
…e una volta
fatto il test?
In caso di disbiosi intestinale, i risultati
dovrebbero sempre essere seguiti da un’attenta anamnesi sulla storia clinica
della persona e da test aggiuntivi per la valutazione dell’eziologia della
sintomatologia.
Un’alimentazione corretta permette il
miglioramento della sintomatologia ed un riequilibrio della flora batterica
intestinale per riportarla ad uno stato di eubiosi.
Sia per la prevenzione sia per il miglioramento del
benessere intestinale è di fondamentale importanza:
- Mantenere un sano e corretto stile alimentare andando a correggere le cattive abitudini che sono causa dell’insorgenza e del perpetuarsi dei problemi;
- Mantenere attiva ed equilibrata la flora batterica intestinale, andando a integrare l’alimentazione con probiotici, prebiotici e fitoterapici in grado di migliorare lo stato della flora batterica intestinale;
- Mantenere libero il tratto intestinale, andando a favorire un corretto transito intestinale e limitando l’accumulo di scorie.
IL NOSTRO COMMENTO: Intanto diciamo subito che è opportuno effettuare il Dysbio Test pe avere la certezza che trattasi effettivamente di disbiosi intestinale. Chi viene
colpito da questa alterazione della flora batterica intestinale può ricorrere,
previo consulto medico, ad inibitori di pompa protonica, integratori alimentari
e fermenti lattici. Nell'arco di una settimana-dieci giorni al massimo dovrebbe
venirne fuori. Ovviamente mantenedosi leggero con i cibi durante questo periodo (riso, pasta, mele, ecc..) Se così non fosse occorre approfondire le indagini consultandosi
pur sempre con un gastroenterologo.
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